Circe - Madeline Miller

 

Scheda

Titolo: Circe
Autore: Madeline Miller
Editore: Marsilio
Pubblicazione: 2018
Genere: Narrativa/Fantasy
Pagine: 416

Trama

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

Recensione

Un romanzo affascinante, incantevole, fluido, magico, sorprendente… Ci sarebbero migliaia di aggettivi da poter attribuire a questo libro, e nessuno sarebbe in grado di descriverlo appieno. Come si dice, “è tanta roba”, talmente tanta che non so neanche da dove cominciare.

State pensando “partiamo dall’inizio”? Ok, partiamo dall’inizio.

“Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l’immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola, ninfa¸ misurava l’estensione e l’ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa.”

È così che si apre il secondo libro della Miller. Un paragrafo enigmatico, magico, che sembra già voler presagire la sorte della nostra protagonista. La vita di Circe, infatti, non è affatto facile: lei è, sì, una dea, ma è l’ultima tra gli dèi, l’unica che non sembra avere dei poteri, una divinità che di divino non ha niente, neanche la voce, troppo umana per essere apprezzata dalla sua famiglia. E così, tra l’astio dei suoi simili, l’odio dei propri genitori e i punzecchiamenti dei fratelli, si snoda la vita di Circe. 

Raccontando il mito con toni romanzati, la Miller ci pone davanti non la figura mitologica che siamo sempre stati abituati a conoscere, ma una Circe diversa, vera, una ragazza ingenua che si trasforma in una donna forte, indipendente, determinata.

Attraverso la magia Circe cerca il proprio riscatto, plasmando e dominando la natura con il proprio potere. Ma è proprio questo che mette in allerta gli dèi, timorosi di una forza tanto grande che essi stessi non riescono a controllare. Decidono perciò di mandare Circe in esilio, convinti di poter risolvere così il problema. L’esilio risulterà invece essere un dono, perché proprio nella sua isola, Eea, ella riesce a dominare il mondo e ad accrescere il proprio potere, non senza aver faticato giorno dopo giorno per scoprire tutti i misteri e le bellezze che essa offre.

“Lasciate che vi dica cosa non è la magia: non è un potere divino che sgorga con un pensiero e un batter d’occhi. La magia dev’essere creata e plasmata, pianificata e investigata, estratta, essiccata, sminuzzata e macinata, bollita, evocata con parole recitate e cantate. E ancora, può fallire, come agli dèi invece non succede.”

 

Inoltre, durante il suo esilio, Circe ha la possibilità di conoscere tanti esseri umani, tantissimi malvagi, che, forse per la sua voce umana, non la riconoscono come dea, ma come una donna indifesa e sola di cui abusare. Questi uomini danno alla nostra maga l'opportunità di sprigionare ciò che più c'è di malvagio nella magia, forse con l'intento buono e giusto di dare un insegnamento ai mortali.

 

Tra questi stessi mortali, però, ce ne sono altri che meritano l'amore della nostra maga. Primo fra tutti Glauco, il primo che ella incontra e di cui si innamora, tanto da trasformarlo in un Dio per poterlo avere per sempre vicino. Un Dio che però la riconosce solo come un mezzo per avere la propria vendetta sulla vita.

 

C’è poi Dedalo, la cui conoscenza si rivela importante per la nostra ninfa, che finalmente riscopre l'amore vero e puro.


“In un’esistenza solitaria sono rari i momenti in cui un’altra anima si fonde con la tua, così come le stelle sfiorano la terra una volta all’anno. Una tale costellazione era stato lui per me.”

E infine Odisseo, un guerriero scaltro che cerca il suo riposo dopo anni di viaggio. Prima di ripartire, Odisseo lascerà un preziosissimo dono alla nostra maga: Telegono.   

Telegono diventa per Circe la sua unica ragione di vita, forse anche un mezzo per dimostrare agli dèi che l'hanno esiliata che anche lei vale, che anche lei è importante, e soprattutto che può cavarsela e lottare da sola, senza l'aiuto di nessuno.

Grazie alla nascita di questo bambino, Circe sembra agli occhi del lettore più umana, perché proprio come un essere umano fa di tutto pur di proteggere il proprio figlio. Perché tutte le madri vorrebbero che i propri figli rimanessero nella propria culla, evitando loro di conoscere le perfidie e i pericoli del mondo.

Ma arriva il momento di lasciarlo andare, e chissà cosa questo porterà nella vita della dea.

Il finale è stata una grandissima sorpresa. Non conoscevo tutto il mito della maga, e di certo non mi sarei aspettata un cambio di rotta così intenso. Credo che proprio questa conclusione sia il punto di forza del romanzo, perciò lascio la curiosità ai lettori.  

Ci sarebbero tantissime altre cose da dire su questa affascinante figura. Ma forse è meglio scoprirlo leggendo il libro.

 

Che aspettate? Circe vi attende!

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