Jack atto II: La triste notte - Simon Schiele


 

Scheda

Titolo: Jäck atto II: La triste notte
Autore: Simon Schiele
Editore: Self
Pubblicazione: 17 aprile 2021
Genere: Fantasy
Pagine: 296

Trama

La città celata aveva un segreto. Due ragazzi lo hanno portato alla luce. Ora la città ha bisogno di un re che la difenda: Cabil sarà all’altezza del ruolo? Il seguito di un fantasy diverso da qualunque altro. L’amore di una madre, il riscatto di un guerriero, le vere origini di un giovane arciere e il mistero della Grande Porta. Jack e Night affronteranno la sfida più grande nel secondo capitolo di questa trilogia. Accendiamo un falò in memoria dei caduti affinché nessuno possa dimenticare i sacrifici, il dolore e il coraggio della città di Adzul. Questo è Jäck atto II: la triste notte.

Recensione

Se il primo libro era più incentrato sulla descrizione, sulla narrazione e sull’avventura, questo secondo capitolo della saga è pura azione.

Nel primo capitolo ci siamo lasciati con un “effetto sorpresa” che ha visto vittime gli stessi ragazzi che volevano aiutare la città di Adzul. Rinchiusi nella propria bolla, fedeli al proprio re e diffidenti degli stranieri, gli adzuliani non hanno creduto alle parole di Jack e Night.

Ebbene, forse come punizione per non aver dato ascolto a questi giovani ragazzi, la città celata si trova ora ad affrontare un nuovo nemico. Anzi, direi anche due: un nemico invisibile, un potere potentissimo che si cela sotto di essa; e poi, quell’Alleanza del Nord che di quel potere vuole appropriarsi. La guerra è certa, e dall’altra parte del campo gli indigeni sono costretti a reinventarsi e a mostrare quelle arti guerresche che essi non hanno mai appreso. Ciò che viene chiesto loro è qualcosa che va ben oltre la loro immaginazione, qualcosa di cui non sono capaci e forse hanno paura di fare, perché questo orrore va ad scuotere profondamente il loro animo.

Ma una sola notte può rimescolare le carte in tavola. Una sola notte che però sembra durare anni, e in queste poche ore succede di tutto.

"<<[…] La tua tenacia ti farà vincere ogni ostacolo, Adzul! Questa notte avrei dovuto vedere nei tuoi occhi rancore per l’inganno subito, tristezza per il tradimento e paura per il futuro, invece sai cosa vedo? […] Dignità è quello che vedo. È quello che ti contraddistingue nella sconfitta. E né Reginald, né gli invasori là fuori, né nessun altro a questo mondo riuscirà mai a portartela via.>>"

Gli adzuliani conoscono un nuovo sentimento: il sacrificio per la propria patria. E ogni singolo abitante si protende verso questo ideale, pronto a mettere a rischio la propria vita pur di salvare la città. Conoscono anche il dolore per la perdita dei propri compagni; conoscono la paura di non essere capaci nell’impresa. Ma conoscono anche il coraggio, la solidarietà, la forza, l’unione, che vengono impersonati dal loro nuovo capopopolo: Cabil.

Cabil è un personaggio molto particolare, diviso tra l’insicurezza di non essere all’altezza del proprio ruolo e la caparbietà nel combattere fino all’ultima goccia di sangue contro il nemico; tra la volontà di proteggere la propria città e il dubbio che forse è meglio arrendersi per non causare ulteriori vittime. Anche i miei sentimenti sono stati contrastanti nei confronti di questo personaggio, perché se da una parte ho visto in lui un eroe, dall’altra ho come percepito che non ci ha mai creduto fino in fondo.

“Ascoltò infine le voci dentro di sé e, senza nessuna sorpresa, si trovò ancora una volta a doverle sentire litigare. In lui coesistevano sia un animo conciliante e pacato, dedito ai piccoli piaceri del nido famigliare, sia uno selvaggio e intransigente, dedito alla caccia, all’ordine, alla vendetta. […]”

Ad ogni modo attorno a Cabil si concentra una caratteristica fondamentale di questo libro: l’introspezione. Rispetto al primo capitolo della saga, infatti, qui si dà molta più attenzione ai pensieri e all’evoluzione psicologica dei personaggi tutti, e dei protagonisti in particolare. Il che rende tutto molto più intrigante, poiché il lettore riesce a empatizzare con essi e a sentirsi coinvolto nella loro storia, quasi fosse egli stesso il diretto interessato nelle vicende.

Personalmente, è ciò che mi è successo con Jack e Night, forse perché il mistero che avvolge queste due figure mi ha spinta spesso a fare delle supposizioni sulla loro storia, magari anche a cercare di pensare con la loro stessa testa supponendo come alcuni avvenimenti si sarebbero svolti se ad affrontarli ci fossero stati loro. Effettivamente, i nostri eroi hanno un ruolo importantissimo nello svilupparsi della guerra, poiché, insieme a Cabil, sembrano essere gli unici in grado di guidare le fila del neo-esercito di Adzul, gli unici capaci di prendere delle decisioni sensate. Certo avere la mente lucida in momenti del genere non è facile, e seppur per certi versi risoluti, i due amici vengono scossi profondamente dalla guerra. Soprattutto perché questa porta a galla alcune verità sulla loro storia che neanche loro conoscono.

E qui mi viene da pensare che lo svolgersi della guerra è in realtà una guerra interiore, la cui vittoria rappresenta la tessera mancate per completare il puzzle e dissolvere finalmente il mistero. Naturalmente queste verità ancora non vengono rivelate, facendoci rimanere con il fiato sospeso e in trepidante attesa per l’uscita del prossimo capitolo. Posso solo dirvi che si intitolerà “Jack atto III: Night”, e che mi aspetto una storia tutta incentrata sull’arciere. Chissà!

Chiusa questa parentesi intrisa di curiosità, mi sento di dire che ho faticato un pochino a ingranare la marcia. Nel senso che a primo impatto il ritmo mi è sembrato un po’ lento, forse in preparazione della dinamicità che segue allo scoppio della guerra. Allo stesso tempo, questa cornice rappresentata dalla guerra sembra statica – le guardie attaccano, gli adzuliani hanno paura, poi prendono coraggio e attaccano, e così via di nuovo.

Perciò, a te lettore che sceglierai di leggere questo libro, voglio dire di non fermarti alla superficie della guerra, ma di andare molto più nel profondo, perché la dinamicità e la grandiosità della storia sta nella maturazione dei personaggi e dei loro pensieri.

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